Pamphlet contre la mort aux Grosses Têtes, de RTL
je suis un dégénéré
de la poésie
la poésie est un sac
à tract
un nœud de colère
l’ignoble moi
doit en prendre
pour son grade
et l’autre
avec
la sale race
de cet humain
blanc,
que des vagues
de boue
l’envahissent,
que sa gueule
se remplisse
de merde
qu’il soit enfin
le sac à merde
que je suis dans
mes poèmes
je vide mon sac
sur vous les
porcs qui lisent
car vous êtes
des porcs
à me lire
vous voulez vous
y retrouver alors
vous lisez la
succession de
grossierté
mes poèmes
ont toujours
été grossiers,
à gros traits,
pas finauds,
rentre-dedans
comme un
coup de boule
mes poèmes
c’est du coup
de genou dans
tes couilles,
lecteur
tes couilles de gentil
aryen qui
n’a rien demandé
à personne
et qui défend sa
monnaie
et sa petite
europe de
merde et
son petit
pays qui
pue la
tradition
et l’enfermement
dans la
haine. va
bouffer tes
fromages et
cuver ton
vin lecteur
et ne reviens
pas, même
mort tu ne
seras jamais
un bon lecteur
va cultiver tes
plantes bios
bourgeois
européen
va crever
sale végétarien
féministe et
moraliste,
ici ça
sent la
prostitution,
la sueur
des putes
ici l’écrit pute
ce n’est pas
pour toi car
toi tu vas
penser qu’on
t’a encore
enflé sur la
marchandise
ici je montre
mon cul et
mes fécalums
à ta pensée.
(tu penses à quoi, là,
tout de suite, lecteur ?)
et en plus une bonne critique, qui donne envie de lire!
http://shangols.canalblog.com/archives/2010/08/19/18849277.html
La città è un buco e suoi abitanti respirano. La città è un buco e vi si respira dentro. I suoi vicini sono dentro, sono nel buco. I suoi vicini, i suoi abitanti uomini e donne, tutti vi respirano, tutte le persone dentro, nel buco. La città è un buco e le persone che leggono, leggono tutti. Tutti vorrebbero leggere. Tutti lo vogliono, tutti a un certo punto desiderano. Tutti desidererebbero parlare. La città è un buco, tutti al suo interno. Tutti i vicini con il giornale. Il giornale è un buco, poiché il buco è là tutti i giorni. É nella città. La città è un buco, la città respira, i suoi vicini pronunciano delle parole. Gli piacerebbe parlare. I vicini parlano, hanno voglia di fare conversazione, di creare dei legami. Tutta la città è un buco ha legami. Tutta la città è un buco. Il legame forma il mondo. Il mondo è aggregante, è un collante, è una salsa. Il buco funziona. I giornali sono stampati il giorno prima. I giornali sono per il giorno dopo, o per il giorno stesso. Il giorno stesso è un buco. Il giorno prima del giorno dopo. Tutto è un buco. Ma la città è un buco. E i suoi vicini ci dormono dentro. I suoi vicini sognano. Sognano di cascare, sognano di cadere, ma non si fanno troppo male. Si rialzano. La città è un buco. Le persone si rialzano. Si svegliano. Sono nel buco, ma va tutto bene, il giornale è stampato il giorno prima per il giorno dopo. Nel mezzo c'è il quotidiano. Fra i due, i vicini hanno la scelta, possono dormire o cadere. E quando dormono, cadono sempre. La città è un buco dove cadere.
La città è con i suoi abitanti e respira. É tutto dentro. Respira. É un buco, è un buco che c'è in tutti gli abitanti. Vogliono tutti parlare. Vogliono tutti avere un linguaggio. Vengono a comprare il giornale. Il giornale è un buco per gli abitanti delle città. La città è un buco. Il buco funziona. I vicini continuano a dormire. I vicini hanno comprato una macchina. O è un motorino. O è un camper. Vanno nella loro “tenutina”. Il loro buchino fuori città. Ma la città è un buco. Ci vanno col camper, hanno comprato anche una moto. Distruggono gli alberi. Non gli piacciono gli alberi con i frutti dentro. Gli alberi con i fiori. Non gli piace tutto ciò. Gli piace il prato. Hanno un bel prato pulito e sorridono mettendo le mani sulle anche.
La città è un buco. I vicini hanno messo le mani sulle anche. I vicini hanno messo il linoleum. I vicini hanno messo le lastre. I vicini hanno i doppi vetri. E poi hanno fatto dei buchi. Hanno messo dei buchi dappertutto. E poi un giorno il vicino si rompe il muso. E in città si sa cosa vuol dire, lo si legge sui giornali. Si legge che un vicino si è rotto il muso. Vuol dire che era in moto in città, è arrivato in centro. La città è un buco ed è scivolato. Lo si legge sui giornali. O altrove. Lo si legge in città, o altrove sui giornali. O allora, lo si legge altrove. Non sui giornali, ma altrove. I giornali sono un buco, idem gli abitanti, idem il loro pensiero. E anche altrove. Altrove è un buco. Hanno un unico pensiero. É il pensiero degli abitanti del buco, di qualsiasi buco. Il buco di un altrove o il buco di qui. Hanno un unico pensiero, e vi si puliscono dentro. Un giorno, il vicino è scivolato con la moto, o forse è sua figlia. Monta, la figlia sulla moto. É una bambina piccola. E per scherzare la monta sulla moto, e mette in moto, per scherzare. E la moto la schiaccia. É così in città. Perché la città un buco, e i suoi abitanti sono dentro. E si scherza. Ed è così.
un giorno
mio padre posa la borsa contro la porta
un giorno
esce tutte le mattine per lavorare
un giorno
prende l'autobus per denain
un giorno
riporta caramelle dalla fabbrica
un giorno
tira la lattina sotto la tavola
un giorno
mi vede sulla staccionata
un giorno
mia zia lo prende per il culo
un giorno
riporta solo il vino dalla spesa
un giorno
lo vedo in fondo alla strada nuova
un giorno
mia madre nasconde le bottiglie
un giorno
mia sorella dice che è gentile
un giorno
mia madre lo serve fino all'orlo
un giorno
accarezza il gatto in poltrona
un giorno
batte su dei bidoni
un giorno
mette un posacenere sotto il bicchiere
un giorno
civetta non lo fare
un giorno
dice cose complicate
un giorno
mette il carbone nella caldaia
un giorno
sale le scale
un giorno
mi compra dei dizionari
un giorno
riprende la discussione
un giorno
taglia la corda durante un matrimonio
un giorno
mi tiene uno sproloquio sulla vitamina a, b, c, d
un giorno
prova il suo patois con un vicino
un giorno
allontano la sua mano in macchina
un giorno
si dà da fare con le bobine di spago
un giorno
dissotterra la bambola di mia sorella
gli dico sì sì sì sì
un giorno
sua madre l'addormenta con le sue storie
un giorno
ci mette un sacco di tempo
un giorno
si lava col guanto da bagno
un giorno
è vestito di blu con il berretto e apre la bocca
un giorno
riacciuffa la goccia al naso con la mano
un giorno
ha le vene sul viso
un giorno
lubrifica di nuovo il fucile
un giorno
mi parla di mia madre
un giorno
scappa da zia marthe
un giorno
riporta le mele nella carriola
un giorno
incrocia le mani sulla pancia
un giorno
torna tutti i giorni sbronzo
un giorno
dice non ho carne
un giorno
mi fa delle smorfie
un giorno
corregge gli errori di francese
un giorno
non smette di tacere
un giorno
mette le cose ultra lentamente
un giorno
recita un poema di Maurice Fombeure
un giorno
resta nel mezzo davanti alla TV
un giorno
il gatto è sulle sua ginocchia
un giorno
piega le gambe nella 4CV
un giorno
guardo l'uomo che si ritira
un giorno
si fa graffiare dalla mamma
un giorno
trafigge il cuore del ragno con uno spillone
un giorno
fuma una sigaretta e pensa
un giorno
c'è odore di piselli spezzati
un giorno
dice non toccare rompi tutto
un giorno
le scale scricchiolano in continuazione
un giorno
la mamma dice ancora ho già salato
un giorno
vedo la terra da vicino
un giorno
è sfocato dietro la biancheria
un giorno
incrocia le gambe in cucina
un giorno
lo zio è rauco
un giorno
vedo l'ombra del vicino
un giorno
mio padre gira intorno alle mele
un giorno
mio fratello scappa dagli spogliatoi
un giorno
Traduction en italien Barbara Puggelli